Le anatre di Holden sanno dove andare di Emilia Garuti
Una allergia diffusa verso l'ipocrisia degli adulti, a partire da quegli immaturi dei suoi genitori, l'orrore puro per gli happy end e le soluzioni preconfezionate e, soprattutto, una voglia matta di dare del filo da torcere a "Denti L'Oréal", la psicologa col muso da lucertola che mamma e papà pagano profumatamente per mettere un freno ai suoi colpi di testa. Questa è Will, per la precisione Willelmina, l'eroina irriverente e sognatrice di questo libro, che, come un lupo ferito, ha decisamente smarrito il branco. Nell'arco di un settembre nero che chiude l'ultima estate da liceale, mentre i suoi coetanei si fanno elettrizzare dalle mille luci della vita universitaria, Will si aggira senza meta come un'aliena su un pianeta sconosciuto. Unico scudo: l'ironia. E la musica, certo. E improvvisamente Matteo, il ragazzo strano e "poco collaborativo" della sala d'attesa, che la rincorre per mezza città nel tentativo di riportarla indietro. Che cosa vuol dire davvero essere giovani? E quanto costa l'autenticità? A chi si è fermato e non sa dove andare, a chi si sente fuori sincrono, fragile, confuso e sbagliato. A chi è giovane adesso e a chi non lo è più, ma ha buona memoria. Tutti, almeno in una fase della vita, abbiamo potuto dire: io sono Will. "Le anatre di Holden sanno dove andare" è un piccolo classico sulla paura di crescere.
È scritto in modo particolare, per sembrare giovane e fresco, dico “per sembrare” perchè alcuni riferimenti e termini mi hanno un po' stranito e dato la sensazione di essere un po' forzati, messi lì appositamente e non molto naturali.
Inoltre la trama è poco sviluppata, è più una serie di pensieri e situazioni nelle quali la protagonista, che racconta in prima persona, si “sfoga” dicendoci come la pensa su svariate cose, persone, ecc...
Ci ho trovato alcuni pensieri interessanti ed intelligenti, in cui mi sono anche ritrovata, altri invece con i quali non concordo per niente.
A me piacciono molto i dialoghi e quando ce ne sono pochi e c'è solo un personaggio che esprime le proprie idee senza un confronto, come in questo caso, inizio a perdere interesse. Forse è proprio questo il bello e la particolarità del romanzo, ma probabilmente a me la cosa non è arrivata pienamente nel modo giusto. Ho comunque apprezzato altre cose.
Pensavo di leggere un romanzo tutto sommato “leggero” e “semplice” ed invece mi sono trovata anche a riflettere.
Quando la trama inizia a costruirsi ed a crescere diventa più bello e piacevole.
Ci sono momenti degni di nota ed emozionanti, se fossero state descritte più scene con dialoghi ed altri personaggi, per me sarebbe stato davvero un bel libro. Così come è non mi ha convinta del tutto, mi ha lasciata perplessa ed a tratti non è riuscito a mantenere alta la mia attenzione.
È un peccato perchè alcune cose mi sono piaciute molto di più rispetto ad interi libri che ho letto e che alla fine ho comunque giudicato positivamente. Anche solo per quelle piccole cose non posso giudicare negativamente questo romanzo, avrei solo desiderato quel qualcosina in più.
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